Prende il via in questi giorni, a più di 90 anni dalla sua inaugurazione (il 22 agosto 1920), il Festival di Salisburgo, che si conferma ancora oggi, con le sue 185 manifestazioni dislocate in ben 14 sedi diverse, un punto di incontro per i migliori direttori, registi, cantanti, musicisti, così come lo avevano pensato nel primo dopoguerra i suoi promotori, personaggi del calibro di Hugo von Hofmannsthal o Richard Strauss.
Ricchissima e di straordinaria qualità l'offerta per quanto concerne la lirica. Si comincia con la ripresa del fortunato allestimento che Claus Guth inaugurò nel 2006 per la trilogia Mozart/Da Ponte de Le nozze di Figaro: uno spettacolo che mira a sottolineare, anche attraverso la presenza in scena di un Angelo/Eros, la straordinaria forza che amore e desiderio esercitano nell'opera e nella vita, uscendo spesso dal controllo umano. Il cast è stellare: Simon Keenlyside, il Conte Almaviva; Genia Kühmeier, la Contessa Almaviva; Marlis Petersen, Susanna; Erwin Schrott (nella foto) Figaro; Katija Dragojevic, Cherubino; Marie McLaughlin, Marcellina; Franz-Josef Selig, Bartolo; Patrick Henckens, Basilio; Malin Christensson, Barbarina; Oliver Ringelhahn, Don Curzio; Adam Plachetka, Antonio; Orchestra of the Age of Enlightenment diretta da Robin Ticciati; Associazione concertistica del coro della Wiener Staatsoper.
A seguire un lavoro poco rappresentato, ma di straordinaria bellezza e davvero molto impegnativo: Die Frau ohne Schatten di Richard Strauss. Si tratta di un nuovo allestimento per la regia di Christof Loy che si ispira alla ripresa del lavoro fatta da Karl Böhm nel 1955 quando egli riuscì a convincere l'orchestra viennese e l’etichetta Decca a registrare gratuitamente questo lavoro monumentale, in inverno e in locali non riscaldati. Nel cast: Stephen Gould, l’imperatore; Anne Schwanewilms, l’imperatrice; Michaela Schuster, la nutrice; Wolfgang Koch, Barak, il tintore; Evelyn Herlitzius, la sua donna; Markus Brück, l’orbo; Steven Humes, il monco; Andreas Conrad, il gobbo; Thomas Johannes Mayer, il messaggero degli spiriti; Rachel Frenkel, la voce del falco; Peter Sonn, l’apparizione di un ragazzo; Christina Landshamer, un custode della soglia del tempio; Maria Radner, una voce dall’alto; Wiener Philharmoniker diretti da Christian Thielemann; Associazione concertistica del coro della Wiener Staatsoper.
Unico titolo verdiano del Festival, in un nuovo allestimento per la regia di Peter Stein, è Macbeth, che ben rappresenta le conseguenze sociali di un potere illegalmente conseguito e crudelmente mantenuto, essenza della decima opera del compositore di Busseto. Nel cast Željko Lučić e Sebastian Catana (12.08), Macbeth; Dmitry Belosselsky, Banco; Tatiana Serjan e Elisabete Matos (12.08), Lady Macbeth; Giuseppe Filianoti, Macduff; Antonio Poli, Malcolm figlio di Duncano re di Scozia; Anna Malavasi, dama di Lady Macbeth; Gianluca Buratto, dottore; Andrè Schuen, domestico di Macbeth; Liviu Gheorghe Burz, sicario; Ion Tibrea, araldo; Vienna Philharmonic Orchestra, direttore Riccardo Muti; Associazione concertistica del coro della Wiener Staatsoper.
Il secondo allestimento di Claus Guth in programma, appartenente sempre a quelli della trilogia Mozart/Da Ponte del 2006, sarà Così fan tutte, opera che si gioca tutta sulle intime contraddizioni umane, incentrata fra fedeltà e tradimento, fra scherzo e realtà, valicando la superficialità del dramma giocoso. Anche qui cast eccellente: Maria Bengtsson, Fiordiligi; Michèle Losier, Dorabella; Alek Shrader, Ferrando; Christopher Maltman, Guglielmo; Bo Skovhus, Don Alfonso; Anna Prohaska, Despina; Les Musiciens du Louvre diretti da Mark Minkowski; Associazione concertistica del coro della Wiener Staatsoper.
Trecento anni di longevità per la pozione la cui formula segreta è al centro di Věc Makropulos, opera di Leoš Janáček che ha come protagonista una cantante la quale, all'epoca della vicenda, ha ben 337 anni e che al termine della storia riuscirà ad assicurarsene altri 300. Il cast: Esa-Pekka Salonen, direttore; Christoph Marthaler, regista; Angela Denoke, Emilia Marty alias Elina Makropulos; Brandon Jovanovich, Albert Gregor; Peter Hoare, Vítek commesso del Dr. Kolenatý; Jurgita Adamonyte, Krista sua figlia; Johan Reuter, Jaroslav Prus; Aleš Briscein, Janek suo figlio; Jochen Schmeckenbecher, Dr. Kolenatý avvocato; Linda Ormiston, domestica; Peter Lobert, elettricista; Ryland Davies, conte Hauk-Šendor; Wiener Philharmoniker; Associazione concertistica del coro della Wiener Staatsoper.
Anche il don Giovanni di Mozart riproposto quest'anno fa parte della trilogia di Claus Guth: un racconto quasi eterno questo, che ha le sue radici forse nella figura di un seduttore spagnolo realmente esistito nel XIV secolo. Anche qui interpreti eccellenti: Yannick Nézet-Séguin, direttore; Gerald Finley, Don Giovanni; Franz-Josef Selig, il Commendatore; Malin Byström, Donna Anna; Joel Prieto, Don Ottavio; Dorothea Röschmann, Donna Elvira; Erwin Schrott, Leporello; Christiane Karg, Zerlina; Adam Plachetka, Masetto; Wiener Philharmoniker; Associazione concertistica del coro della Wiener Staatsoper.
In forma di concerto verranno infine proposti Le Rossignol di Igor Stravinsky e Iolanta di Tchaikovsky. Nel cast de Le Rossignol: Julia Novikova, l'usignolo; Julia Lezhneva, la cuoca; Antonio Poli, il pescatore; Andrei Bondarenko, l'imperatore della Cina; Andrè Schuen, Il ciambellano; Yuri Vorobiev, il bonzo; Maria Radner, la morte; nel cast di Iolanta: Anna Netrebko, Iolanta; John Relyea, René re di Provenza; Piotr Beczala, Vaudémont; Evgeny Nikitin, Ibn-Hakia; Alexey Markov, Robert; Antonio Poli, Alméric; Yuri Vorobiev, Bertrand; Maria Radner, Marta; Julia Lezhneva, Brigitta; Rachel Frenkel, Laura. Ivor bolton direttore; Salzburg Mozarteum Orchestra; Associazione concertistica del coro della Wiener Staatsoper.
Per maggiori informazioni: www. salzburgerfestspiele.at
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